La notte delle scarpe Nike

Una sola domanda: perché?
Mi confesso subito: odio le paternali! Mio figlio non è ancora in età per passare la notte fuori al negozio della Nike, ancora per qualche anno me la scampo.
Ma questo conta poco, resta la domanda. Ma io che farei se mio figlio passasse la notte fuori dal negozio per l’ultimo paio di scarpe o per l’ultimo iPhone?
Primo non drammatizzerei, quella notte fuori va contestualizzata e andrebbe considerata dentro altre domande, per esempio il resto delle sue giornate come le passa, con chi, dove, a fare cosa.
Secondo, mi chiederei ma io in cosa ho sbagliato? Senza frustarmi e fustigarmi sarebbe però opportuno fare il punto della situazione su cosa io sto guardando, sì proprio cosi, vorrei essere consapevole di dove poso lo sguardo.
I nostri figli apprendono per fascinazione, per emulazione, per misteriosi timbri emozionali che entrano nella nostra vita in momenti e attimi che nessuno conosce, eppure si depositano in fondo al cuore e alla mente per riapparire in momenti impensabili.
E allora mi domando, prima di arrivare alla fatidica notte Nike, a che punto è la mia crescita personale? Come ho cura di me stesso? Come alleno i miei talenti, perché la vita di ogni giorno, il mio lavoro non sia soffocato da tutte le difficoltà? Come faccio a non dimenticare la bellezza, la musica, l’arte. Qual’è il mio scopo nella vita? La Parola che segna uno spigolo nella vita, che decide cosa sia giusto fare o cosa sia sbagliato ?
Quando sono andato l’ultima volta al museo con mio figlio? In montagna o al mare con un panino, quante volte abbiamo deciso di cucinare insieme la carbonara. Qual è la giornata che abbiamo passato insieme solo io e lui?, Quando lo avete accompagnato alla sua gara di biciclette, pallone e chissà quale sport. Quante volte lo avete abbracciato, accarezzato, e avete condiviso i suoi sogni con lui?
Quando abbiamo fatto tutto questo?
Forse anche avendo fatto tutto questo mio figlio, domani, passerà la sua notte fuori al ghiaccio per le scarpe Nike. Ma sarà consapevole che quelle sono solo un paio di scarpe.
I Sogni sono un’altra cosa.
2 comments
Caro Luigi, se queste tue/nostre riflessioni non cambiano le cose, di certo ci rendono più consapevoli e forse coerenti con il trascorrere della vita.
Caro Luigi, ne ho tirati su 2, di figli e quando sono nati avevo solo 21 anni. Quanto abbiamo giocato! Quante ore meravigliose passate insieme! A pensarci non eravamo una coppia von 2 gemelli ma una vera famiglia: insieme, nei momenti belli (Tanti) e in quelli non proprio brillanti (meno ma non ci sono mancati). Mai li ho visti smaniare per un paio di scarpe. La fila la facevano ma per il cinema. Le parole magichecper me sono famiglia e condivisione, sorriso e drammatizzazione. Allora non lo sapevo perché è stato l’istinto a guidarci. E poi si allontanano ma se avremo fatto un lavoro per lo meno decente, tornano