L’insostenibile tentazione di farsi dire grazie

Alì è andato via.

Così senza nessuna spiegazione, almeno apparente, un giorno si è alzato e si è allontanato, senza dire grazie a nessuno. È vero non si lavora per farsi dire grazie, o forse no.

Premetto che sono uno di quelli convinti che saper ringraziare non è soltanto una virtù ma è imparare a riconoscere l’arte del dono per gustarlo, sentirlo profondamento e magari restituirlo per emulazione. Ringraziare Dio la mattina per il dono della vita ci aiuta a ricordarci che tutto quello che abbiamo non è scontato, non è un diritto acquisito.

Nel lavoro educativo cadiamo troppo spesso nella trappola del “travaso” di scienza che l’adulto dovrebbe infondere nel più giovane, come se fosse una relazione a senso unico, solo di uno verso in cui l’altro è considerato solo un vaso da riempire. Certo! Lo sappiamo non è così, eppure qualcosa ci rode dentro.

Molti osservatori sono concordi nell’affermare che la predisposizione all’aiuto dell’altro si realizza quando è solo dentro, in fondo, alla nostra soddisfazione. In sostanza noi aiutiamo quando il gesto che compiamo ci da un ritorno, fosse anche solo di un’emozione che ci piace e ci soddisfa. Una delle raccolte fondi più popolari di una nota opera per i senza dimora di Milano si è promossa, qualche anno fa, dicendo : ” Siate egoisti, fate del bene “.

Questo ci dovrebbe interrogare molto, come uomini e come professionisti del sociale per ritornare alle origini del perchè abbiamo scelto questo lavoro e non un altro.

E’ questa una domanda chiave che esige una risposta, perché senza potremmo cadere facilmente nella frustrazione, nell’indifferenza, nella tentazione subdola di pensare che tanto tutto quello che facciamo non serve a niente. Non è cosi, ne sono sicuro.

Nella vita non tutto si può scegliere, molti eventi ci capitano e basta, eppure dentro le pieghe del quotidiano, proprio in quello dove non avremmo mai pensato arriva un grazie per il dono grande della vita e dei suoi incontri.

Quasi sempre inaspettati.


One comment

  1. Josef Bianchi
    12 Aprile 2018 at 8:55

    Ciao Luigi, bella esposizione ,e soggetto attuale , comunicazione importante da fare.
    GB

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