23
Apr

L’equipe “esaurita”

Il nostro lavoro è fatto di tante relazioni, alcune di esse sono emozionanti altre sono problematiche, in alcuni casi molto problematiche.

Il nostro è uno di quei lavori in cui per vincere devi avere la spinta forte della passione. La passione per i giovani, perché credi che questo é il modo con cui tu puoi lasciare quel piccolo pezzo di mondo, intorno a te, un po migliore di come lo hai trovato.

Ogni giorno in una comunità di adolescenti accadano tante situazioni, alcune molto visibili altre, apparentemente, invisibili. Ma accadono perché in una comunità di giovani c’è sempre vita.

Ed anche quando non accadono eventi particolarmente traumatici, la vita quotidiana con i nostri ragazzi nasconde tante piccole tensioni che si accumulano e di cui spesso anche l’operatore non ne ha consapevolezza fino a quando scoppia. 

Ognuno reagisce a suo modo. C’è chi per un niente vorrebbe menar le mani, chi alza la voce, chi aumenta il normale consumo di caffè e sigarette, chi abusa con l’uso del cellullare, chi alza il livello di intolleranza, chi si sforza di essere positivo mentre dentro é lacerato, insomma ce ne per tutti.

Poi arriva un momento, uno qualsiasi e si accende per un niente la tensione. Cosa fare ?

Prima di tutto non bisogna provare vergogna ne tanto meno senso di inadeguatezza per questo sottile malessere che si sente dentro. Al contrario occorre trovare uno spazio per iniziare una concreta fase di consapevolezza, dando nome e cognome al proprio malessere.

Dobbiamo ricordarci che nel nostro lavoro l’incontro-scontro è costante, nel tempo logorante ed anche, se si perde il senso profondo di quello che si fa, molto demotivante, della serie :” tanto quello che faccio non serve a niente “.

Subito dopo è opportuno fare un’analisi attenta delle alleanze negative nate in Casa Famiglia e di quali sono i profili particolarmente problematici. Quando si hanno le idee chiare e si sono raccolte tutte le informazioni sui ragazzi, si cambia strategia.

Quindi si  cambiano i ruoli degli operatori, si  cambia schema, si cambiano le deleghe del lavoro in Casa, si cambiano le responsabilità, si modificano degli atteggiamenti di risposta agli eventi negativi. Si decide chi diventa un nuovo operatore autorevole. Si cambiano le parole da usare, si modificano anche i silenzi.

Ultimo punto si coltiva fuori della comunità una vita gratificante.

Perché per testimoniare dentro una comunità  il desiderio di vivere una vita bella, la vita dobbiamo saperla vivere per primi sulla nostra pelle.

Buona vita a tutti!